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No, il miele non scade. Il suo basso contenuto di acqua né garantisce la conservazione per un periodo davvero lunghissimo. Il termine minimo di conservazione indicato sui vasi e la data entro il quale il prodotto mantiene intatte le sue proprietà nutrizionali ma è consumabile anche dopo tale data.

Si assolutamente, la cristallizzazione è un processo naturale del miele. La velocità di tale processo è determinato soprattutto dalla quantità di due zuccheri presenti naturalmente nel miele ovvero il glucosio e il fruttosio. Tanto è maggiore il glucosio rispetto al fruttosio più il processo sarà rapido e viceversa più è abbondante il fruttosio più il processo sarà lento. La cristallizzazione del miele non compromette ne le sue proprietà nutrizionali ne le sue caratteristiche organolettiche.

Si è possibile, conviene scaldarlo a bagno maria avendo l’accortezza di non superare i 40°C per non compromettere le sue proprietà nutrizionali. La temperatura deve essere monitorata con apposito termometro.

Il miele per una buona conservazione no va assolutamente messo in frigorifero ma va tenuto in luogo fresco e asciutto e per quanto più possibile buio.

Il miele può essere usato al posto dello zucchero, ma quando si tratta di bevande calde bisogna prestare attenzione alla temperatura in quanto se sciolto in acqua bollente ne verrebbero compromesse le qualità organolettiche e soprattutto le proprietà nutrizionali. Sarebbe quindi opportuno far intiepidire la bevanda e poi aggiungervi il miele.

Il miele in favo è il modo più naturale di mangiare il miele. Le api riempiono di miele questi piccoli telaini che noi andiamo a inserire nei melari lo asciugano e infine lo opercolano con un sottile velo di cera per garantirne la conservazione. Una volta opercolati i favi possono essere prelevati dall’apicoltore e sono pronti, dopo un controllo preliminare, per essere confezionati. E’ il modo più naturale di mangiarlo perché e uguale a come potremmo trovare il miele all’interno di un alveare in natura.

Si la cera è un prodotto edibile al 100%. Si può comunque decidere, secondo il piacere personale, di mangiarlo come una caramella, decidendo di non deglutire la cera una volta terminato il miele.

E’ consigliato assumere il polline il mattino a colazione. La dose è di circa 10g per un bambino che corrisponde ad un cucchiaino da caffè e di 20g per una persona adulta cioè un cucchiaio da minestra. Si può sciogliere sotto la lingua, aggiungerlo allo yogurt o scioglierlo nell’acqua o altre bevande, non calde, poco prima di consumarlo.

L’allergia al polline non è da confondere con l’intolleranza alimentare. L’allergia è un fenomeno che si manifesta immediatamente dopo l’assunzione del cibo con sintomi più accentuati. E’ un fenomeno molto raro e per il quale esistono test preventivi per verificare l’allergia. L’allergia non è da confondere con quella respiratoria che è causata da graminacee e altre specie di piante che non vengono raccolte dalle api. L’intolleranza alimentare invece si manifesta nell’arco del tempo, cioè fino a che l’organismo ha raggiunto un limite, nel tentativo di produrre meccanismi compensatori di tolleranza per un certo alimento. I disturbi sono gli stessi delle allergie, ma meno acuti.
Se si hanno dubbi nell’aggiungere il polline alla propria dieta, si consiglia di consultare il proprio specialista o medico prima dell’assunzione.